Miike Takashi – Capitolo 1


YattamanCapitolo 1:

Tematiche

 

Se e’ vero che la maggior parte dei lavori di Miike Takashi appaiono come film facilmente ascrivibili ad un genere specifico, horror o yakuza-movie che sia, e’ anche vero che raramente i canoni di tale genere siano rispettati con fedelta’, anzi, nel film-tipo del regista di Osaka non e’ insolito trovare elementi appartenenti a piu’ generi e dei connubi che sulla carta appaiono impossibili o quantomeno azzardati nei film di Miike assumono un senso ben preciso. Il genere, nei film di Miike, e’ una sorta di facciata, sotto la quale si possono trovare delle tematiche ricorrenti interconnesse tra di loro in maniera tale da poter essere viste come parti di un unico processo: il genere Miike Takashi. Tom Mes, nel suo fondamentale Agitator – The Cinema of Takashi Miike, suddivide questo processo in sei fasi tematiche, che partono da una superficie fatta di violenza ed eccesso fino a giungere sempre piu’ in profondita’; in ogni film di Takashi Miike, anche se le varie fasi non sono tutte attraversate dai personaggi e dalle loro azioni, ci sono dei temi chiave che bene o male sono sempre presenti, come la patina di violenza che ammanta tutto e tutti e la parte piu’ profonda, intima, che spinge i personaggi a comportarsi in un determinato modo.
Nel suddividere queste tematiche mi sono ampiamente basato sullo splendido lavoro fatto da Tom Mes nel sopracitato Agitator:

1 – L’INDIVIDUO SENZA RADICI
Una delle caratteristiche fondamentali dei personaggi presenti nei film di Miike e’ la mancanza di radici, etniche/culturali, geografiche, fisiologiche o mentali che siano. L’individuo senza radici si trova quindi sospeso in una sorta di limbo a cavallo tra due o piu’ realta’ ma non appartenendo completamente a nessuna, di conseguenza e’ facile comprendere come esso sia soggetto ad una inevitabile perdita di identita’. E’ in questa fase che compare la figura del “zanryu koji”, ossia di una persona nata in Giappone da genitori giapponesi che a loro volta sono nati o hanno vissuto al di fuori del Giappone per poi tornarvi successivamente, e la peculiarita’ di questi individui e’ proprio il non ben definito senso di appartenenza ad una determinata nazione o cultura; il richiamo alla situazione personale del regista e’ palese, visto che anche lui e’ figlio di giapponesi che durante la guerra sono emigrati in Cina e in Corea, per poi tornare in Giappone dopo la fine della stessa.

2 – L’OUTCAST / IL REIETTO
La condizione di individuo senza radici di conseguenza spinge il personaggio ad essere un reietto, ossia un elemento non integrato nella societa’ in cui esso vive e da essa quindi rifiutato: dal momento che esso non appartiene completamente alla realta’ in cui vive, anche la realta’ che lo circonda non lo accetta come parte di essa. Oltre alla mancanza di radici etniche-geografiche come indicato nel punto precedente si puo’ estendere la figura del reietto anche per quanto riguarda le deviazioni e/o anomalie sessuali; in buona parte dei film di Miike oltre ad essere presenti personaggi omosessuali, troviamo anche sadici, masochisti o altri esempi di sessualita’ deviata.

3 – LA RICERCA DELLA FELICITA’
Altro tema importante nella filmografia di Miike e’ la ricerca della felicita’ da parte di personaggi che come abbiamo visto sono spesso dei reietti che vivono ai margini della societa’, per questo motivo essi si sentono meno legati alle regole che la societa’ impone loro e quindi tendono ad assumere un atteggiamento criminale o di spregio per le regole, e in ogni caso si adoperano per cercare una forma di felicita’ che compensi loro il fatto di essere dei paria. Nei film di Miike la ricerca della felicita’ da parte dei suoi personaggi e’ rappresentata in vari modi, uno dei casi piu’ frequenti e’ il tentativo di fuga dall’ambiente circostante, ma in altri casi anche la ricerca di armonia con l’ambiente da parte di personaggi originari del Giappone che pero’ vivono in una terra straniera: il ritrovamento di questa armonia porta solitamente ad un miglioramento della condizione del personaggio (Bird People in China e’ uno degli esempi migliori). Un altro esempio di ricerca della felicita’ consiste nella ricerca del partner ideale e complementare: il rapporto tra Ichi e Kakihara in Ichi the Killer ne e’ l’esempio piu’ lampante, ma anche in Audition possiamo assistere ad una ricerca di questo tipo, anche se si puo’ notare come una volta trovato il partner ideale il rapporto tra i due personaggi si riveli incompatibile e l’armonia rimanga una meta irraggiungibile. Oltre alla ricerca del compagno ideale, i personaggi miikiani cercano la felicita’ anche attraverso il completamento o il raggiungimento di un equilibrio all’interno di un gruppo o famiglia che sia, ma su questo punto verra’ approfondito piu’ tardi visto che e’ un’altra delle tematiche principali presenti nei film di Miike. Per finire, un altro modo per raggiungere la felicita’ e’ il ricorso alla nostalgia e al ricordo dell’infanzia, anche questo un tema importantissimo come si vedra’ piu’ avanti.

4 – NOSTALGIA
Nei film di Miike il periodo dell’infanzia e’ spesso usato in contrapposizione con l’eta’ adulta; il personaggio tipico miikiano infatti, che come si e’ visto in precedenza e’ un disadattato alla ricerca della felicita’, cerca di rifugiarsi nei ricordi infantili e li oltrepassa, assumendo un vero e proprio stato mentale idilliaco, innocente e scevro da pericoli. Tutto cio’ in contrapposizione con l’eta’ adulta che e’ indissolubilmente legata alla violenza e alla vulnerabilita’ dell’individuo; Miike ama rappresentare in vari modi questo contrasto tra infanzia/innocenza e eta’ adulta/violenza ed e’ incredibile come riesca in molti dei suoi film – dove Dead or Alive 2: Birds ne e’ l’esempio migliore – attraverso la semplice giustapposizione di immagini a rendere efficacemente questo contrasto.

5 – L’UNITA’ FAMILIARE
Nel percorso di ricerca della felicita’, i personaggi miikiani hanno la propensione a riunirsi in gruppo con altri personaggi che vivono nelle stesse condizioni e sono quindi accomunati da qualche elemento, origini, legami di sangue o condizioni sociali, e molto spesso questo gruppo funge da surrogato all’unita’ familiare o addirittura si identifica nella famiglia stessa. Il legame che c’e’ tra gli appartenenti al gruppo e’ solitamente esile, dal momento che spesso le motivazioni che portano all’unione sono di convenienza e in ogni caso i soggetti coinvolti sono caratterizzati dall’instabilita’ emotiva o sociale che sia: per questo motivo non appena qualcuno abbandona il gruppo, quest’ultimo e’ inesorabilmente destinato a sgretolarsi in maniera anche violenta.

6 – VIOLENZA
Nei film di Miike la violenza e’ il manto di vernice che ricopre tutto, il filo rosso che unisce tutte le tematiche: rapine, stupri, sparatorie, sono tutti elementi presenti nei film del regista di Osaka, e formano il contesto dove prendono vita e si muovono i tipici personaggi miikiani. La violenza e’ quindi il risultato, l’effetto e non la causa, a cui portano gli altri temi cari a Miike, e’ quello che lo spettatore trova in superficie, una sorta di contenitore al cui interno si trovano tutti gli altri elementi. A questo punto e’ interessante notare come Miike Takashi sia solo apparentemente un regista di film di genere, come viene spesso considerato dagli spettatori “occasionali”, ma che in profondita’ si possa considerare un autore con una serie di tematiche ben precise ed uno stile preciso e riconoscibile.

Per finire, vorrei far notare come tutte le tematiche di Miike abbiano origini autobiografiche, dalla mancanza di radici all’innocenza dell’ infanzia contrapposta alla violenza dell’eta’ adulta, fino ad arrivare alla ricerca della felicita’: tutte le esperienze di vita che il regista ha passato si possono facilmente ritrovare nelle sue opere.

 

VAI ALLA PAGINA SUCCESSIVA>>
<<VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE